Shinya
Sakurai, giovane artista giapponese in Italia (1981) nato ad Hiroshima e
laureatosi all'Accademia di Osaka, si sta facendo spazio nella scena
europea del contemporaneo. L'artista ci recapita un immediato messaggio
di pace ed ottimismo che riguarda il passato del suo paese ed ora anche
il futuro prossimo. E così il suo è un sol levante che ci leva e ci
eleva dalle oscurità (“kuroi ame” si chiamava la pioggia nera atomica)
della storia e degli incombenti disastri naturali. L'opera di Sakurai ha
fatto subito pensare alla pop art, cosa che l'autore non disdegna ma
neanche riconosce. Interessato al gruppo Gutai e all'arte povera in
Italia, l'artista non rivendica legami o paternità e sviluppa una
tecnica propria che unisce la antica tintura della tela “shibori” a
colature cromatiche e soluzioni viniliche. Il colore risulta lucida
estensione e sospensione in bolle trasparenti, in caramelle offerte alle
papille dell'occhio. Ritrovare assonanze con la celebre Kusama può
essere piacevole ma non determinante per la comprensione. L'applicazione
di cuoricini che contraddistingue fortemente l'opera di Sakurai fino al
2010 è una impavida espressione d'amore universale che è simile, nel
suo disarmante trasporto, agli emoticon che animano le chat o commentano
una foto su Facebook. I quadri rispondono ad uno slancio
vitale tutto personale ed identitario e ad un tratto etico che li
rende insoliti e superiori alle usurate e usuraie derive nichilistiche
contemporanee. Essere contemporanei per l'autore non è solo questione
formale ma anche di interpretazione diretta dei mali del proprio tempo.
L'arte di Sakurai affronta senza paura le onde anomale dell'esistenza
per accendere un vitalismo che ci fa dimenticare gli scenari post-umani e
gli eventuali compiacimenti estetici. “L'arte è per me qualcosa di
potente” mi rivela l'artista in estrema sintesi nel corso di un viaggio
in auto. Assistere ad una sua mostra significa entrare in quella solare
ri/costruzione di cui l'arte dovrebbe essere veicolo.
Max Ponte
30 marzo 2011
Testo per pieghevole mostra presso Tinber Art Gallery (Pragelato / Torino)
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